BIBBIA

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Tobi - Capitolo 1

I. IL DEPORTATO

1 Libro della storia di Tobi, figlio di Tobiel, figlio di Ananiel, figlio di Aduel, figlio di Gabael, della discendenza di Asiel, della tribu di Neftali.
2 Al tempo di Salmanassar, re degli Assiri, egli fu condotto prigioniero da Tisbe, che sta a sud di Kades di Neftali, nell'alta Galilea, sopra Casor, verso occidente, a nord di Sefet.
3 Io, Tobi, passavo i giorni della mia vita seguendo le vie della verita e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine.
4 Mi trovavo ancora al mio paese, la terra d'Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribu del mio antenato Neftali abbandono la casa di Davide e si stacco da Gerusalemme, la sola citta fra tutte le tribu d'Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato edificato il tempio, dove abita Dio, ed era stato consacrato per tutte le generazioni future.
5 Tutti i miei fratelli e quelli della tribu del mio antenato Neftali facevano sacrifici sui monti della Galilea al vitello che Geroboamo re d'Israele aveva fabbricato in Dan.
6 Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste, per obbedienza ad una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame e con la prima lana che tosavo alle mie pecore.
7 Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli di Aronne, per l'altare. Davo anche ai leviti che allora erano in funzione a Gerusalemme le decime del grano, del vino, dell'olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in danaro la seconda decima e la spendevo ogni anno a Gerusalemme.
8 La terza decima poi era per gli orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mose e secondo le raccomandazioni di Debora moglie di Ananiel, la madre di nostro padre, poiche mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano.
9 Quando divenni adulto, sposai Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia.
10 Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani;
11 ma io mi guardai bene dal farlo.
12 Poiche restai fedele a Dio con tutto il cuore,
13 l'Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanassar, del quale presi a trattare gli affari.
14 Venni cosi nella Media, dove, finche egli visse, conclusi affari per conto suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabael, un mio parente figlio di Gabri, depositai in sacchetti la somma di dieci talenti d'argento.
15 Quando Salmanassar mori, gli successe il figlio Sennacherib. Allora le strade della Media divennero impraticabili e non potei piu tornarvi.
16 Al tempo di Salmanassar facevo spesso l'elemosina a quelli della mia gente;
17 donavo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo.
18 Seppellii anche quelli che aveva uccisi Sennacherib, quando torno fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli ne uccise molti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennacherib invano li cercava.
19 Ma un cittadino di Ninive ando ad informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a morte, colto da paura, mi diedi alla fuga.
20 I miei beni furono confiscati e passarono tutti al tesoro del re. Mi resto solo la moglie Anna con il figlio Tobia.
21 Neanche quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui monti dell'Ararat. Gli successe allora il figlio Assarhaddon. Egli nomino Achikar, figlio di mio fratello Anael, incaricato della contabilita del regno ed ebbe la direzione generale degli affari.
22 Allora Achikar prese a cuore la mia causa e potei cosi ritornare a Ninive. Al tempo di Sennacherib re degli Assiri, Achik

Tobi - Capitolo 2

II. IL CIECO

1 Sotto il regno di Assarhaddon ritornai dunque a casa mia e mi fu restituita la compagnia della moglie Anna e del figlio Tobia. Per la nostra festa di pentecoste, cioe la festa delle settimane, avevo fatto preparare un buon pranzo e mi posi a tavola:
2 la tavola era imbandita di molte vivande. Dissi al figlio Tobia: “Figlio mio, va, e se trovi tra i nostri fratelli deportati a Ninive qualche povero, che sia pero di cuore fedele, portalo a pranzo insieme con noi. Io resto ad aspettare che tu ritorni”.
3 Tobia usci in cerca di un povero tra i nostri fratelli. Di ritorno disse: “Padre!”. Gli risposi: “Ebbene, figlio mio”. “Padre - riprese - uno della nostra gente e stato strangolato e gettato nella piazza, dove ancora si trova”.
4 Io allora mi alzai, lasciando intatto il pranzo; tolsi l'uomo dalla piazza e lo posi in una camera in attesa del tramonto del sole, per poterlo seppellire.
5 Ritornai e, lavatomi, presi il pasto con tristezza,
6 ricordando le parole del profeta Amos su Betel: “Si cambieranno le vostre feste in lutto, tutti i vostri canti in lamento”.
7 E piansi. Quando poi calo il sole, andai a scavare una fossa e ve lo seppellii.
8 I miei vicini mi deridevano dicendo: “Non ha piu paura! Proprio per questo motivo e gia stato ricercato per essere ucciso. E' dovuto fuggire ed ora eccolo di nuovo a seppellire i morti”.
9 Quella notte, dopo aver seppellito il morto, mi lavai, entrai nel mio cortile e mi addormentai sotto il muro del cortile. Per il caldo che c'era tenevo la faccia scoperta,
10 ignorando che sopra di me, nel muro, stavano dei passeri. Caddero sui miei occhi i loro escrementi ancora caldi, che mi produssero macchie bianche, e dovetti andare dai medici per la cura. Piu essi pero mi applicavano farmachi, piu mi si oscuravano gli occhi per le macchie bianche, finche divenni cieco del tutto. Per quattro anni fui cieco e ne soffersero tutti i miei fratelli. Achikar, nei due anni che precedettero la sua partenza per l'Elimaide, provvide al mio sostentamento.
11 In quel tempo mia moglie Anna lavorava nelle sue stanze a pagamento,
12 tessendo la lana che rimandava poi ai padroni e ricevendone la paga. Ora nel settimo giorno del mese di Distro, quando essa taglio il pezzo che aveva tessuto e lo mando ai padroni, essi, oltre la mercede completa, le fecero dono di un capretto per il desinare.
13 Quando il capretto entro in casa mia, si mise a belare. Chiamai allora mia moglie e le dissi: “Da dove viene questo capretto? Non sara stato rubato? Restituiscilo ai padroni, poiche non abbiamo il diritto di mangiare cosa alcuna rubata”.
14 Ella mi disse: “Mi e stato dato in piu del salario”. Ma io non le credevo e le ripetevo di restituirlo ai padroni e a causa di cio arrossivo di lei. Allora per tutta risposta mi disse: “Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene dal come sei ridotto!”.

Tobi - Capitolo 3

1 Con l'animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi presi a dire questa preghiera di lamento:
2 “Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via e misericordia e verita. Tu sei il giudice del mondo.
3 Ora, Signore, ricordati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri.
4 Violando i tuoi comandi, abbiamo peccato davanti a te. Tu hai lasciato che ci spogliassero dei beni; ci hai abbandonati alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi.
5 Ora, nel trattarmi secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perche non abbiamo osservato i tuoi decreti, camminando davanti a te nella verita.
6 Agisci pure ora come meglio ti piace; da ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiche per me e preferibile la morte alla vita. I rimproveri che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia tolto da questa prova; fa che io parta verso l'eterno soggiorno; Signore, non distogliere da me il volto. Per me infatti e meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia e cosi non sentirmi piu insultare!”.

III. SARA

7 Nello stesso giorno capito a Sara figlia di Raguele, abitante di Ecbatana, nella Media, di sentire insulti da parte di una serva di suo padre.
8 Bisogna sapere che essa era stata data in moglie a sette uomini e che Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: “Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei gia stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto godere.
9 Perche vuoi battere noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non abbiamo mai a vedere ne figlio ne figlia”.
10 In quel giorno dunque essa soffri molto, pianse e sali nella stanza del padre con l'intenzione di impiccarsi. Ma tornando a riflettere pensava: “Che non abbiano ad insultare mio padre e non gli dicano: La sola figlia che avevi, a te assai cara, si e impiccata per le sue sventure. Cosi farei precipitare la vecchiaia di mio padre con angoscia negli inferi. Faro meglio a non impiccarmi e a supplicare il Signore che mi sia concesso di morire, in modo da non sentire piu insulti nella mia vita”.
11 In quel momento stese le mani verso la finestra e prego: “Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto e il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.
12 Ora a te alzo la faccia e gli occhi.
13 Di che io sia tolta dalla terra, perche non abbia a sentire piu insulti.
14 Tu sai, Signore, che sono pura da ogni disonesta con uomo
15 e che non ho disonorato il mio nome, ne quello di mio padre nella terra dell'esilio. Io sono l'unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, ne un fratello vicino, ne un parente, per il quale io possa serbarmi come sposa. Gia sette mariti ho perduto: perche dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guardami con benevolenza: che io non senta piu insulti”.
16 In quel medesimo momento la preghiera di tutti e due fu accolta davanti alla gloria di Dio
17 e fu mandato Raffaele a guarire i due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perche con gli occhi vedesse la luce di Dio; a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e a liberarla dal cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia di sposarla, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava dal cortile in casa e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.

Tobi - Capitolo 4

IV. TOBIA

1 In quel giorno Tobi si ricordo del denaro che aveva depositato presso Gabael in Rage di Media
2 e penso: “Ho invocato la morte. Perche dunque non dovrei chiamare mio figlio Tobia e informarlo, prima di morire, di questa somma di denaro?”.
3 Chiamo il figlio e gli disse: “Qualora io muoia, dammi una sepoltura decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per tutti i giorni della sua vita; fa cio che e di suo gradimento e non procurarle nessun motivo di tristezza.
4 Ricordati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te, quando eri nel suo seno. Quando morira, dalle sepoltura presso di me in una medesima tomba.
5 Ogni giorno, o figlio, ricordati del Signore; non peccare ne trasgredire i suoi comandi. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell'ingiustizia.
6 Se agirai con rettitudine, riusciranno le tue azioni, come quelle di chiunque pratichi la giustizia.
7 Dei tuoi beni fa elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, cosi non si levera da te lo sguardo di Dio.
8 La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, da molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco.
9 Cosi ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno,
10 poiche l'elemosina libera dalla morte e salva dall'andare tra le tenebre.
11 Per tutti quelli che la compiono, l'elemosina e un dono prezioso davanti all'Altissimo.
12 Guardati, o figlio, da ogni sorta di fornicazione; anzitutto prenditi una moglie dalla stirpe dei tuoi padri e non una donna straniera, che cioe non sia della stirpe di tuo padre, perche noi siamo figli di profeti. Ricordati di Noe, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nostri padri fin da principio. Essi sposarono tutti una donna della loro parentela e furono benedetti nei loro figli e la loro discendenza avra in eredita la terra.
13 Ama, o figlio, i tuoi fratelli; nel tuo cuore non concepire disprezzo per i tuoi fratelli, figli e figlie del tuo popolo, e tra di loro scegliti la moglie. L'orgoglio infatti e causa di rovina e di grande inquietudine. Nella pigrizia vi e poverta e miseria, perche l'ignavia e madre della fame.
14 Non rimandare la paga di chi lavora per te, ma a lui consegnala subito; se cosi avrai servito Dio, ti sara data la ricompensa. Poni attenzione, o figlio, in quanto fai e sii ben educato in ogni tuo comportamento.
15 Non fare a nessuno cio che non piace a te. Non bere vino fino all'ebbrezza e non avere per compagna del tuo viaggio l'ubriachezza.
16 Da il tuo pane a chi ha fame e fa parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Da in elemosina quanto ti sopravanza e il tuo occhio non guardi con malevolenza, quando fai l'elemosina.
17 Versa il tuo vino e deponi il tuo pane sulla tomba dei giusti, non darne invece ai peccatori.
18 Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio.
19 In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine, poiche nessun popolo possiede la saggezza, ma e il Signore che elargisce ogni bene. Il Signore esalta o umilia chi vuole fino nella regione sotterranea. Infine, o figlio, conserva nella mente questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore.
20 Ora, figlio, ti faccio sapere che ho depositato dieci talenti d'argento presso Gabael figlio di Gabri, a Rage di Media.
21 Non temere se siamo diventati poveri. Tu avrai una grande ricchezza se avrai il timor di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai cio che piace al Signore Dio tuo”.

Tobi - Capitolo 5

V. IL COMPAGNO

1 Allora Tobia rispose al padre: “Quanto mi hai comandato io faro, o padre.
2 Ma come potro riprendere la somma, dal momento che lui non conosce me, ne io conosco lui? Che segno posso dargli, perche mi riconosca, mi creda e mi consegni il denaro? Inoltre non sono pratico delle strade della Media per andarvi”.
3 Rispose Tobi al figlio: “Mi ha dato un documento autografo e anch'io gli ho consegnato un documento scritto; lo divisi in due parti e ne prendemmo ciascuno una parte; l'altra parte la lasciai presso di lui con il denaro. Sono ora vent'anni da quando ho depositato quella somma. Cercati dunque, o figlio, un uomo di fiducia che ti faccia da guida. Lo pagheremo per tutto il tempo fino al tuo ritorno. Va dunque da Gabael a ritirare il denaro”.
4 Usci Tobia in cerca di uno pratico della strada che lo accompagnasse nella Media. Usci e si trovo davanti l'angelo Raffaele, non sospettando minimamente che fosse un angelo di Dio.
5 Gli disse: “Di dove sei, o giovane?”. Rispose: “Sono uno dei tuoi fratelli Israeliti, venuto a cercare lavoro”. Riprese Tobia: “Conosci la strada per andare nella Media?”.
6 Gli disse: “Certo, parecchie volte sono stato la e conosco bene tutte le strade. Spesso mi recai nella Media e alloggiai presso Gabael, un nostro fratello che abita a Rage di Media. Ci sono due giorni di cammino da Ecbatana a Rage. Rage e sulle montagne ed Ecbatana e nella pianura”.
7 E Tobia a lui: “Aspetta, o giovane, che vada ad avvertire mio padre. Ho bisogno che tu venga con me e ti paghero il tuo salario”.
8 Gli rispose: “Ecco, ti attendo; soltanto non tardare”.
9 Tobia ando ad informare suo padre Tobi dicendogli: “Ecco, ho trovato un uomo tra i nostri fratelli Israeliti”. Gli rispose: “Chiamalo, perche io sappia di che famiglia e di che tribu e e se e persona fidata per venire con te, o figlio”.
10 Tobia usci a chiamarlo: “Quel giovane, mio padre ti chiama”. Entro da lui. Tobi lo saluto per primo e l'altro gli disse: “Possa tu avere molta gioia!”. Tobi rispose: “Che gioia posso ancora avere? Sono un uomo cieco; non vedo la luce del cielo; mi trovo nella oscurita come i morti che non contemplano piu la luce. Anche se vivo, dimoro con i morti; sento la voce degli uomini, ma non li vedo”. Gli rispose: “Fatti coraggio, Dio non tardera a guarirti, coraggio!”. E Tobi: “Mio figlio Tobia vuole andare nella Media. Non potresti accompagnarlo? Io ti paghero, fratello!”. Rispose: “Si, posso accompagnarlo; conosco tutte le strade. Mi sono recato spesso nella Media. Ho attraversato tutte le sue pianure e i suoi monti e ne conosco tutte le strade”.
11 Tobi a lui: “Fratello, di che famiglia e di che tribu sei? Indicamelo, fratello”.
12 Ed egli: “Che ti serve la famiglia e la tribu? Cerchi una famiglia e una tribu o un mercenario che accompagni tuo figlio nel viaggio?”. L'altro gli disse: “Voglio sapere con verita di chi tu sei figlio e il tuo vero nome”.
13 Rispose: “Sono Azaria, figlio di Anania il grande, uno dei tuoi fratelli”.
14 Gli disse allora: “Sii benvenuto e in buona salute, o fratello! Non avertene a male, fratello, se ho voluto sapere la verita sulla tua famiglia. Tu dunque sei mio parente, di bella e buona discendenza! Conoscevo Anania e Natan, i due figli di Semeia il grande. Venivano con me a Gerusalemme e la facevano adorazione insieme con me; non hanno abbandonato la retta via. I tuoi fratelli sono brava gente; tu sei di buona radice: sii benvenuto!”.
15 Continuo: “Ti do una dramma al giorno, oltre quello che occorre a te e a mio figlio insieme. Fa dunque il viaggio con mio figlio e poi ti daro ancora di piu”.
16 Gli disse: “Faro il viaggio con lui. Non temere; partiremo sani e sani ritorneremo, perche la strada e sicura”.
17 Tobi gli disse: “Sia con te la benedizione, o fratello!”. Si rivolse poi al figlio e gli disse: “Figlio, prepara quanto occorre per il viaggio e parti con questo tuo fratello. Dio, che e nei cieli, vi conservi sani fin la e vi restituisca a me sani e salvi; il suo angelo vi accompagni con la sua protezione, o figliuolo!”.
18 Tobia si preparo per il viaggio e, uscito per mettersi in cammino, bacio il padre e la madre. E Tobi gli disse: “Fa buon viaggio!”.
19 Allora la madre si mise a piangere e disse a Tobi: “Perche hai voluto che mio figlio partisse? Non e lui il bastone della nostra mano, lui, la guida dei nostri passi? Si lasci perdere il denaro e vada in cambio di nostro figlio.
20 Quel genere di vita che ci e stato dato dal Signore e abbastanza per noi”.
21 Le disse: “Non stare in pensiero: nostro figlio fara buon viaggio e tornera in buona salute da noi. I tuoi occhi lo vedranno il giorno in cui tornera sano e salvo da te.
22 Non stare in pensiero, non temere per loro, o sorella. Un buon angelo infatti lo accompagnera, riuscira bene il suo viaggio e tornera sano e salvo”.
23 Essa cesso di piangere.

Tobi - Capitolo 6

VI. IL PESCE

1 Il giovane parti insieme con l'angelo e anche il cane li segui e s'avvio con loro. Camminarono insieme finche li sorprese la prima sera; allora si fermarono a passare la notte sul fiume Tigri.
2 Il giovane scese nel fiume per lavarsi i piedi, quand'ecco un grosso pesce balzo dall'acqua e tento di divorare il piede del ragazzo, che si mise a gridare.
3 Ma l'angelo gli disse: “Afferra il pesce e non lasciarlo fuggire”. Il ragazzo riusci ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva.
4 Gli disse allora l'angelo: “Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato; mettili in disparte e getta via invece gli intestini. Il fiele, il cuore e il fegato possono essere utili medicamenti”.
5 Il ragazzo squarto il pesce, ne tolse il fiele, il cuore e il fegato; arrosti una porzione del pesce e la mangio; l'altra parte la mise in serbo dopo averla salata.
6 Poi tutti e due insieme ripresero il viaggio, finche non furono vicini alla Media.
7 Allora il ragazzo rivolse all'angelo questa domanda: “Azaria, fratello, che rimedio puo esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?”.
8 Gli rispose: “Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cessera in essa ogni vessazione e non ne restera piu traccia alcuna.
9 Il fiele invece serve per spalmarlo sugli occhi di uno affetto da albugine; si soffia su quelle macchie e gli occhi guariscono”.
10 Erano entrati nella Media e gia erano vicini a Ecbatana,
11 quando Raffaele disse al ragazzo: “Fratello Tobia!”. Gli rispose: “Eccomi”. Riprese: “Questa notte dobbiamo alloggiare presso Raguele, che e tuo parente. Egli ha una figlia chiamata Sara
12 e all'infuori di Sara nessun altro figlio o figlia. Tu, come il parente piu stretto, hai diritto di sposarla piu di qualunque altro uomo e di avere in eredita i beni di suo padre. E' una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre e una brava persona”.
13 E aggiunse: “Tu hai il diritto di sposarla. Ascoltami, fratello; io parlero della fanciulla al padre questa sera, perche la serbi come tua fidanzata. Quando torneremo da Rage, faremo il matrimonio. So che Raguele non potra rifiutarla a te o prometterla ad altri; egli incorrerebbe nella morte secondo la prescrizione della legge di Mose, poiche egli sa che prima di ogni altro spetta a te avere sua figlia. Ascoltami, dunque, fratello. Questa sera parleremo della fanciulla e ne domanderemo la mano. Al nostro ritorno da Rage la prenderemo e la condurremo con noi a casa tua”.
14 Allora Tobia rispose a Raffaele: “Fratello Azaria, ho sentito dire che essa e gia stata data in moglie a sette uomini ed essi sono morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Ho sentito inoltre dire che un demonio le uccide i mariti.
15 Per questo ho paura: il demonio e geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, egli lo uccide. Io sono l'unico figlio di mio padre. Ho paura di morire e di condurre cosi alla tomba la vita di mio padre e di mia madre per l'angoscia della mia perdita. Non hanno un altro figlio che li possa seppellire”.
16 Ma quello gli disse: “Hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo casato? Ascoltami, dunque, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e sposala. Sono certo che questa sera ti verra data in moglie.
17 Quando pero entri nella camera nuziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e mettine un poco sulla brace degli incensi. L'odore si spandera, il demonio lo dovra annusare e fuggira e non comparira piu intorno a lei.
18 Poi, prima di unirti con essa, alzatevi tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perche venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: essa ti e stata destinata fin dall'eternita. Sarai tu a salvarla. Ti seguira e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero”.
19 Quando Tobia senti le parole di Raffaele e seppe che Sara era sua consanguinea della stirpe della famiglia di suo padre, l'amo al punto da non saper piu distogliere il cuore da lei.

Tobi - Capitolo 7

VII. RAGUELE

1 Quando fu entrato in Ecbatana, Tobia disse: “Fratello Azaria, conducimi diritto da nostro fratello Raguele”. Egli lo condusse alla casa di Raguele, che trovarono seduto presso la porta del cortile. Lo salutarono per primi ed egli rispose: “Salute fratelli, siate i benvenuti!”. Li fece entrare in casa.
2 Disse alla moglie Edna: “Quanto somiglia questo giovane a mio fratello Tobi!”.
3 Edna domando loro: “Di dove siete, fratelli?”, ed essi risposero: “Siamo dei figli di Neftali, deportati a Ninive”.
4 Disse allora: “Conoscete nostro fratello Tobi?”. Le dissero: “Lo conosciamo”. Riprese: “Come sta?”.
5 Risposero: “Vive e sta bene”. E Tobia aggiunse: “E' mio padre”.
6 Raguele allora balzo in piedi, l'abbraccio e pianse. Poi gli disse: “Sii benedetto, figliolo! Sei il figlio di un ottimo padre. Che sventura per un uomo giusto e largo di elemosine essere diventato cieco!”. Si getto al collo del parente Tobia e pianse.
7 Pianse anche la moglie Edna e pianse anche la loro figlia Sara.
8 Poi egli macello un montone del gregge e fece loro una calorosa accoglienza.
9 Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobia disse a Raffaele: “Fratello Azaria, domanda a Raguele che mi dia in moglie mia cugina Sara”.
10 Raguele udi queste parole e disse al giovane: “Mangia, bevi e sta allegro per questa sera, poiche nessuno all'infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia Sara, come del resto neppure io ho la facolta di darla ad un altro uomo all'infuori di te, poiche tu sei il mio parente piu stretto. Pero, figlio, vogliono dirti con franchezza la verita.
11 L'ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte stessa delle nozze. Ora mangia e bevi, figliolo; il Signore provvedera”.
12 Ma Tobia disse: “Non mangero affatto ne berro, prima che tu abbia preso una decisione a mio riguardo”. Rispose Raguele: “Lo faro! Essa ti viene data secondo il decreto del libro di Mose e come dal cielo e stato stabilito che ti sia data. Prendi dunque tua cugina, d'ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, figlio mio, e vi conceda la sua misericordia e la sua pace”.
13 Raguele chiamo la figlia Sara e quando essa venne la prese per mano e l'affido a Tobia con queste parole: “Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mose ti viene concessa in moglie. Tienila e sana e salva conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi assista con la sua pace”.
14 Chiamo poi la madre di lei e le disse di portare un foglio e stese il documento di matrimonio, secondo il quale concedeva in moglie a Tobia la propria figlia, in base al decreto della legge di Mose. Dopo di cio cominciarono a mangiare e a bere.
15 Poi Raguele chiamo la moglie Edna e le disse: “Sorella mia, prepara l'altra camera e conducila dentro”.
16 Essa ando a preparare il letto della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la figlia. Pianse per lei, poi si asciugo le lacrime e disse:
17 “Coraggio, figlia, il Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio, figlia!”. E usci.

Tobi - Capitolo 8

VIII. LA TOMBA

1 Quando ebbero finito di mangiare e di bere, decisero di andare a dormire. Accompagnarono il giovane e lo introdussero nella camera da letto.
2 Tobia allora si ricordo delle parole di Raffaele: prese dal suo sacco il fegato e il cuore del pesce e li pose sulla brace dell'incenso.
3 L'odore del pesce respinse il demonio, che fuggi nelle regioni dell'alto Egitto. Raffaele vi si reco all'istante e in quel luogo lo incateno e lo mise in ceppi.
4 Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera. Tobia si alzo dal letto e disse a Sara: “Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza”.
5 Essa si alzo e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: “Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni e il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli!
6 Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perche gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non e cosa buona che l'uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui.
7 Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d'intenzione. Degnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia”.
8 E dissero insieme: “Amen, amen!”.
9 Poi dormirono per tutta la notte.
10 Ma Raguele si alzo; chiamo i servi e ando con loro a scavare una fossa. Diceva infatti: “Caso mai sia morto, non abbiamo a diventare oggetto di scherno e di ribrezzo”.
11 Quando ebbero terminato di scavare la tomba, Raguele torno in casa; chiamo la moglie
12 e le disse: “Manda in camera una delle serve a vedere se e vivo; cosi, se e morto, lo seppelliremo senza che nessuno lo sappia”.
13 Mandarono avanti la serva, accesero la lampada e aprirono la porta; essa entro e li trovo che dormivano insieme, immersi in un sonno profondo.
14 La serva usci e riferi loro che era vivo e che non era successo nulla di male.
15 Benedissero allora il Dio del cielo: “Tu sei benedetto, o Dio, con ogni pura benedizione. Ti benedicano per tutti i secoli!
16 Tu sei benedetto, perche mi hai rallegrato e non e avvenuto cio che temevo, ma ci hai trattato secondo la tua grande misericordia.
17 Tu sei benedetto, perche hai avuto compassione dei due figli unici. Concedi loro, Signore, grazia e salvezza e falli giungere fino al termine della loro vita in mezzo alla gioia e alla grazia”.
18 Allora ordino ai servi di riempire la fossa prima che si facesse giorno.
19 Raguele ordino alla moglie di fare il pane in abbondanza; ando a prendere dalla mandria due vitelli e quattro montoni; li fece macellare e cominciarono cosi a preparare il banchetto.
20 Poi chiamo Tobia e sotto giuramento gli disse: “Per quattordici giorni non te ne andrai di qui, ma ti fermerai da me a mangiare e a bere e cosi allieterai l'anima gia tanto afflitta di mia figlia.
21 Di quanto possiedo prenditi la meta e torna sano e salvo da tuo padre. Quando io e mia moglie saremo morti, anche l'altra meta sara vostra. Coraggio, figlio! Io sono tuo padre ed Edna e tua madre; noi apparteniamo a te come a questa tua sorella da ora per sempre. Coraggio, figlio!”.

Tobi - Capitolo 9

IX. LE NOZZE

1 Allora Tobia chiamo Raffaele e gli disse:
2 “Fratello Azaria, prendi con te quattro servi e due cammelli e mettiti in viaggio per Rage.
3 Va da Gabael, consegnagli il documento, riporta il denaro e conduci anche lui con te alle feste nuziali.
4 Tu sai infatti che mio padre stara a contare i giorni e, se tardero anche di un solo giorno, lo faro soffrire troppo. Vedi bene che cosa ha giurato Raguele e io non posso trasgredire il suo giuramento”.
5 Parti dunque Raffaele per Rage di Media con quattro servi e due cammelli. Alloggiarono da Gabael. Raffaele gli presento il documento e insieme lo informo che Tobia, figlio di Tobi, aveva preso moglie e lo invitava alle nozze. Gabael ando subito a prendere i sacchetti, ancora con i loro sigilli e li conto in sua presenza; poi li caricarono sui cammelli.
6 Partirono insieme di buon mattino per andare alle nozze. Giunti da Raguele, trovarono Tobia adagiato a tavola. Egli salto in piedi a salutarlo e Gabael pianse e lo benedisse: “Figlio ottimo di un uomo ottimo, giusto e largo di elemosine, conceda il Signore la benedizione del cielo a te, a tua moglie, al padre e alla madre di tua moglie. Benedetto Dio, poiche ho visto mio cugino Tobi, vedendo te che tanto gli somigli!”.

Tobi - Capitolo 10

1 Ogni giorno intanto Tobi contava le giornate, quante erano necessarie all'andata e quante al ritorno. Quando poi i giorni furono al termine e il figlio non era ancora tornato,
2 penso: “Forse sara stato trattenuto la? O sara morto Gabael e nessuno gli dara il denaro?”.
3 Comincio cosi a rattristarsi.
4 La moglie Anna diceva: “Mio figlio e perito e non e piu tra i vivi, perche troppo e il ritardo”.
5 E comincio a piangere e a lamentarsi sul proprio figlio dicendo: “Ahime, figlio, perche ho lasciato partire te che eri la luce dei miei occhi!”.
6 Le rispondeva Tobi: “Taci, non stare in pensiero, sorella; egli sta bene. Certo li trattiene la qualche fatto imprevisto. Del resto l'uomo che lo accompagnava e sicuro ed e uno dei nostri fratelli. Non affliggerti per lui, sorella; tra poco sara qui”.
7 Ma essa replicava: “Lasciami stare e non ingannarmi! Mio figlio e perito”. E subito usciva e osservava la strada per la quale era partito il figlio; cosi faceva ogni giorno senza lasciarsi persuadere da nessuno. Quando il sole era tramontato, rientrava a piangere e a lamentarsi per tutta la notte e non prendeva sonno.
8 Compiutisi i quattordici giorni delle feste nuziali, che Raguele con giuramento aveva stabilito di fare per la propria figlia, Tobia ando da lui e gli disse: “Lasciami partire. Sono certo che mio padre e mia madre non hanno piu speranza di rivedermi. Ti prego dunque, o padre, di volermi congedare: possa cosi tornare da mio padre. Gia ti ho spiegato in quale condizione l'ho lasciato”.
9 Rispose Raguele a Tobia: “Resta figlio, resta con me. Mandero messaggeri a tuo padre Tobi, perche lo informino sul tuo conto”. Ma quegli disse: “No, ti prego di lasciarmi andare da mio padre”.
10 Allora Raguele, alzatosi, consegno a Tobia la sposa Sara con meta dei suoi beni, servi e serve, buoi e pecore, asini e cammelli, vesti, denaro e masserizie.
11 Li congedo in buona salute. A lui poi rivolse questo saluto: “Sta sano, o figlio, e fa buon viaggio! Il Signore del cielo assista te e Sara tua moglie e possa io vedere i vostri figli prima di morire”.
12 Poi abbraccio Sara sua figlia e disse: “Onora tuo suocero e tua suocera, poiche da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti hanno dato la vita. Va in pace, figlia, e possa sentire buone notizie a tuo riguardo, finche saro in vita”. Dopo averli salutati, li congedo.
13 Da parte sua Edna disse a Tobia: “Figlio e fratello carissimo, il Signore ti riconduca a casa e possa io vedere i figli tuoi e di Sara mia figlia prima di morire, per gioire davanti al Signore. Ti affido mia figlia in custodia. Non farla soffrire in nessun giorno della tua vita. Figlio, va in pace. D'ora in avanti io sono tua madre e Sara e tua sorella. Possiamo tutti insieme avere buona fortuna per tutti i giorni della nostra vita”. Li bacio tutti e due e li congedo in buona salute.
14 Allora Tobia parti da Raguele in buona salute e lieto, benedicendo il Signore del cielo e della terra, il re dell'universo, perche aveva dato buon esito al suo viaggio. Benedisse Raguele ed Edna sua moglie con quest'augurio: “Possa io avere la fortuna di onorarvi tutti i giorni della vostra vita”.

Tobi - Capitolo 11

X. GLI OCCHI

1 Quando furono nei pressi di Kaserin, di fronte a Ninive, disse Raffaele:
2 “Tu sai in quale condizione abbiamo lasciato tuo padre.
3 Corriamo avanti, prima di tua moglie, e prepariamo la casa, mentre gli altri vengono”.
4 Allora s'incamminarono tutti e due insieme. Poi Raffaele gli disse: “Prendi in mano il fiele”. Il cane li seguiva.
5 Anna intanto sedeva a scrutare la strada per la quale era partito il figlio.
6 Le parve di vederlo venire e disse al padre di lui: “Ecco viene tuo figlio con l'uomo che l'accompagnava”.
7 Raffaele disse a Tobia prima di avvicinarsi al padre: “Io so che i suoi occhi si apriranno.
8 Spalma il fiele del pesce sui suoi occhi; il farmaco intacchera e asportera come scaglie le macchie bianche dai suoi occhi. Cosi tuo padre riavra la vista e vedra la luce”.
9 Anna corse avanti e si getto al collo del figlio dicendogli: “Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire!”. E pianse.
10 Tobi si alzo e, incespicando, usci dalla porta del cortile.
11 Tobia gli ando incontro, tenendo in mano il fiele del pesce. Soffio sui suoi occhi e lo trasse vicino, dicendo: “Coraggio, padre!”. Spalmo il farmaco che opero come un morso,
12 poi distacco con le mani le scaglie bianche dai margini degli occhi.
13 Tobi gli si butto al collo e pianse, dicendo: “Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!”.
14 E aggiunse: “Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Benedetto il suo grande nome su di noi e benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perche egli mi ha colpito ma poi ha avuto pieta ed ecco, ora io contemplo mio figlio Tobia”.
15 Tobia entro in casa lieto, benedicendo Dio con quanta voce aveva. Poi Tobia informo suo padre del viaggio che aveva compiuto felicemente, del denaro che aveva riportato, di Sara figlia di Raguele, che aveva presa in moglie e che stava venendo e che si trovava ormai vicina, alla porta di Ninive.
16 Allora Tobi usci verso la porta di Ninive incontro alla sposa di lui, lieto e benedicendo Dio. Quando la gente di Ninive lo vide passare e camminare con tutto il vigore di un tempo, senza che alcuno lo conducesse per mano, fu presa da meraviglia; Tobi proclamava davanti a loro che Dio aveva avuto pieta di lui e che gli aveva aperto gli occhi.
17 Tobi si avvicino poi a Sara, la sposa di suo figlio Tobia, e la benedisse: “Sii la benvenuta, figlia! Benedetto sia il tuo Dio, perche ti ha condotta da noi, figlia! Benedetto sia tuo padre, benedetto mio figlio Tobia e benedetta tu, o figlia! Entra nella casa che e tua in buona salute e benedizione e gioia; entra, o figlia!”.
18 In quel giorno ci fu una grande festa per tutti i Giudei di Ninive
19 e Achikar e Nadab suoi cugini vennero a congratularsi con Tobi.
20 E si festeggiarono le nozze di Tobia con gioia per sette giorni.

Tobi - Capitolo 12

XI. RAFFAELE

1 Quando furon terminate le feste nuziali, Tobi chiamo il figlio Tobia e gli disse: “Figlio mio, pensa a dare la ricompensa dovuta a colui che ti ha accompagnato e ad aggiungere qualcosa d'altro alla somma pattuita”.
2 Gli disse Tobia: “Padre, quanto potro dargli come salario? Anche se gli lasciassi la meta dei beni che egli ha portati con me, io non ci perderei.
3 Egli mi ha condotto sano e salvo, mi ha guarito la moglie, e andato a prendere per me il denaro e infine ha guarito te! Quanto posso ancora dargli come salario?”.
4 Tobi rispose: “E' giusto ch'egli riceva la meta di tutti i beni che ha riportati”.
5 Fece dunque venire l'angelo e gli disse: “Prendi come tuo salario la meta di tutti i beni che tu hai portati e va in pace”.
6 Allora Raffaele li chiamo tutti e due in disparte e disse loro: “Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene che vi ha fatto, perche sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti gli uomini le opere di Dio, come e giusto, e non trascurate di ringraziarlo.
7 E' bene tener nascosto il segreto del re, ma e cosa gloriosa rivelare e manifestare le opere di Dio. Fate cio che e bene e non vi colpira alcun male.
8 Buona cosa e la preghiera con il digiuno e l'elemosina con la giustizia. Meglio il poco con giustizia che la ricchezza con ingiustizia. Meglio e praticare l'elemosina che mettere da parte oro.
9 L'elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l'elemosina godranno lunga vita.
10 Coloro che commettono il peccato e l'ingiustizia sono nemici della propria vita.
11 Io vi voglio manifestare tutta la verita, senza nulla nascondervi: vi ho gia insegnato che e bene nascondere il segreto del re, mentre e cosa gloriosa rivelare le opere di Dio.
12 Sappiate dunque che, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l'attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Cosi anche quando tu seppellivi i morti.
13 Quando poi tu non hai esitato ad alzarti e ad abbandonare il tuo pranzo e sei andato a curare la sepoltura di quel morto, allora io sono stato inviato per provare la tua fede,
14 ma Dio mi ha inviato nel medesimo tempo per guarire te e Sara tua nuora.
15 Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maesta del Signore”.
16 Allora furono riempiti di terrore tutti e due; si prostrarono con la faccia a terra ed ebbero una grande paura.
17 Ma l'angelo disse loro: “Non temete; la pace sia con voi. Benedite Dio per tutti i secoli.
18 Quando ero con voi, io non stavo con voi per mia iniziativa, ma per la volonta di Dio: lui dovete benedire sempre, a lui cantate inni.
19 A voi sembrava di vedermi mangiare, ma io non mangiavo nulla: cio che vedevate era solo apparenza.
20 Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi sono accadute”. E sali in alto.
21 Essi si rialzarono, ma non poterono piu vederlo.
22 Allora andavano benedicendo e celebrando Dio e lo ringraziavano per queste grandi opere, perche era loro apparso l'angelo di Dio.

Tobi - Capitolo 13

XII. SION

1 Allora Tobi scrisse questa preghiera di esultanza e disse: “
2 Benedetto Dio che vive in eterno il suo regno dura per tutti i secoli; Egli castiga e usa misericordia, fa scendere negli abissi della terra, fa risalire dalla Grande Perdizione e nulla sfugge alla sua mano.
3 Lodatelo, figli d'Israele, davanti alle genti; Egli vi ha disperso in mezzo ad esse
4 per proclamare la sua grandezza. Esaltatelo davanti ad ogni vivente; e lui il Signore, il nostro Dio, lui il nostro Padre, il Dio per tutti i secoli.
5 Vi castiga per le vostre ingiustizie, ma usera misericordia a tutti voi. Vi raduna da tutte le genti, fra le quali siete stati dispersi.
6 Convertitevi a lui con tutto il cuore e con tutta l'anima, per fare la giustizia davanti a Lui, allora Egli si convertira a voi e non vi nascondera il suo volto.
7 Ora contemplate cio che ha operato con voi e ringraziatelo con tutta la voce; benedite il Signore della giustizia ed esaltate il re dei secoli.
8 Io gli do lode nel paese del mio esilio e manifesto la sua forza e grandezza a un popolo di peccatori. Convertitevi, o peccatori, e operate la giustizia davanti a lui; chi sa che non torni ad amarvi e vi usi misericordia?
9 Io esalto il mio Dio e celebro il re del cielo ed esulto per la sua grandezza.
10 Tutti ne parlino e diano lode a lui in Gerusalemme. Gerusalemme, citta santa, ti ha castigata per le opere dei tuoi figli, e avra ancora pieta per i figli dei giusti.
11 Da lode degnamente al Signore e benedici il re dei secoli; egli ricostruira in te il suo tempio con gioia,
12 per allietare in te tutti i deportati, per far contenti in te tutti gli sventurati, per tutte le generazioni dei secoli.
13 Come luce splendida brillerai sino ai confini della terra; nazioni numerose verranno a te da lontano; gli abitanti di tutti i confini della terra verranno verso la dimora del tuo santo nome, portando in mano i doni per il re del cielo. Generazioni e generazioni esprimeranno in te l'esultanza e il nome della citta eletta durera nei secoli.
14 Maledetti coloro che ti malediranno, maledetti saranno quanti ti distruggono, demoliscono le tue mura, rovinano le tue torri e incendiano le tue abitazioni! Ma benedetti sempre quelli che ti ricostruiranno.
15 Sorgi ed esulta per i figli dei giusti, tutti presso di te si raduneranno e benediranno il Signore dei secoli. Beati coloro che ti amano beati coloro che gioiscono per la tua pace.
16 Beati coloro che avranno pianto per le tue sventure: gioiranno per te e vedranno tutta la tua gioia per sempre. Anima mia, benedici il Signore, il gran re,
17 Gerusalemme sara ricostruita come citta della sua residenza per sempre. Beato saro io, se rimarra un resto della mia discendenza per vedere la tua gloria e dar lode al re del cielo. Le porte di Gerusalemme saranno ricostruite di zaffiro e di smeraldo e tutte le sue mura di pietre preziose. Le torri di Gerusalemme si costruiranno con l'oro e i loro baluardi con oro finissimo. Le strade di Gerusalemme saranno lastricate con turchese e pietra di Ofir.
18 Le porte di Gerusalemme risuoneranno di canti di esultanza, e in tutte le sue case canteranno: “Alleluia! Benedetto il Dio d'Israele e benedetti coloro che benedicono il suo santo nome per sempre e nei secoli!”.

Tobi - Capitolo 14

XIII. NINIVE

1 Qui finirono le parole del canto di Tobi.
2 Tobi mori in pace all'eta di centododici anni e fu sepolto con onore a Ninive. Egli aveva sessantadue anni quando divenne cieco; dopo la sua guarigione visse nella felicita, pratico l'elemosina e continuo sempre a benedire Dio e a celebrare la sua grandezza.
3 Quando stava per morire, fece venire il figlio Tobia e gli diede queste istruzioni:
4 “Figlio, porta via i tuoi figli e rifugiati in Media, perche io credo alla parola di Dio, che Nahum ha pronunziato su Ninive. Tutto dovra accadere, tutto si realizzera sull'Assiria e su Ninive, come hanno predetto i profeti d'Israele, che Dio ha inviati; non una delle loro parole cadra. Ogni cosa capitera a suo tempo. Vi sara maggior sicurezza in Media che in Assiria o in Babilonia. Perche io so e credo che quanto Dio ha detto si compira e avverra e non cadra una sola parola delle profezie. I nostri fratelli che abitano il paese d'Israele saranno tutti dispersi e deportati lontano dal loro bel paese e tutto il paese d'Israele sara ridotto a un deserto. Anche Samaria e Gerusalemme diventeranno un deserto e il tempio di Dio sara nell'afflizione e restera bruciato fino ad un certo tempo.
5 Poi di nuovo Dio avra pieta di loro e li ricondurra nel paese d'Israele. Essi ricostruiranno il tempio, ma non uguale al primo, finche sara completo il computo dei tempi. Dopo, torneranno tutti dall'esilio e ricostruiranno Gerusalemme nella sua magnificenza e il tempio di Dio sara ricostruito, come hanno preannunziato i profeti di Israele.
6 Tutte le genti che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio nella verita. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno fatti errare nella menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia.
7 Tutti gli Israeliti che saranno scampati in quei giorni e si ricorderanno di Dio con sincerita, si raduneranno e verranno a Gerusalemme e per sempre abiteranno tranquilli il paese di Abramo, che sara dato in loro possesso. Coloro che amano Dio nella verita gioiranno; coloro invece che commettono il peccato e l'ingiustizia spariranno da tutta la terra.
8 Ora, figli, vi comando: servite Dio nella verita e fate cio che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate l'obbligo di fare la giustizia e l'elemosina, di ricordarsi di Dio, di benedire il suo nome sempre, nella verita e con tutte le forze.
9 Tu dunque, figlio, parti da Ninive, non restare piu qui. Dopo aver sepolto tua madre presso di me, quel giorno stesso non devi piu restare entro i confini di Ninive. Vedo infatti trionfare in essa molta ingiustizia e grande perfidia e neppure se ne vergognano.
10 Vedi, figlio, quanto ha fatto Nadab al padre adottivo Achikar. Non e stato egli costretto a scendere vivente sotto terra? Ma Dio ha rigettato l'infamia in faccia al colpevole: Achikar ritorno alla luce mentre invece Nadab entro nelle tenebre eterne, perche aveva cercato di far morire Achikar. Per aver praticato l'elemosina, Achikar sfuggi al laccio mortale che gli aveva teso Nadab, Nadab invece cadde in quel laccio, che lo fece perire.
11 Cosi, figli miei, vedete dove conduce l'elemosina e dove conduce l'iniquita: essa conduce alla morte. Ma ecco, mi sfugge il respiro!”. Essi lo distesero sul letto; mori e fu sepolto con onore.
12 Quando mori la madre, Tobia la seppelli vicino al padre, poi parti per la Media con la moglie e i figli. Abito in Ecbatana, presso Raguele suo suocero.
13 Curo con onore i suoceri nella loro vecchiaia e li seppelli a Ecbatana in Media.
14 Tobia eredito il patrimonio di Raguele come eredito quello del padre Tobi. Mori da tutti stimato all'eta di centodiciassette anni.
15 Prima di morire senti parlare della rovina di Ninive e vide i prigionieri che venivano deportati in Media per opera di Achiacar re della Media. Benedisse allora Dio per quanto aveva fatto nei confronti degli abitanti di Ninive e dell'Assiria. Prima di morire pote dunque gioire della sorte di Ninive e benedisse il Signore Dio nei secoli dei secoli.

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